2017 – Popolo e cultura popolare nel Settecento

Popolo e cultura popolare nel Settecento

Marina di Massa, Torre Marina, 24-26 maggio 2017

Convegno annuale della Società Italiana di Studi sul Secolo XVIII

Programma: qui

 

Call for papers entro il 28 febbraio 2017

Appello:

SOCIETÀ ITALIANA DI STUDI SUL SECOLO XVIII

Popolo e cultura popolare nel Settecento

Convegno annuale

Marina di Massa

24-26 maggio 2017

Call for papers

I contributi di Lise Andries e Jochen Schlobach sulle voci Culture populaire e Peuple nel Dictionnaire européen des Lumières diretto da Michel Delon (1997) forniscono una guida preziosa allo stato degli studi di vent’anni fa, oltre a attestare l’attenzione rivolta a questi temi dalla Società internazionale di studi sul secolo XVIII. «Nom collectif difficile à définir» veniva detto il «peuple» nell’Encyclopédie. Forse anche per questo suo carattere sfuggente appare poco indagato. Ben presente nella riflessione politica e filosofica del tempo, il popolo del Settecento più raramente è messo a fuoco in maniera autonoma negli studi. Scarso rimane, in particolare, il contributo storiografico italiano alla conoscenza delle strutture materiali e mentali della vita popolare, tema considerato forse secondario rispetto alla cultura delle élites: salvo poi restare quasi interdetti, se non infastiditi, di fronte all’irruzione delle masse nelle rivoluzioni di fine secolo.

Appare perciò opportuna una rinnovata riflessione sui termini “popolo” e “popolare”, sulle realtà storiche cui tali concetti erano e sono riferiti, sulle varie forme di interazione tra ceti e gruppi diversi. La produzione di rappresentazioni del e di discorsi sul “popolo” è centrale nella politica e nella cultura europea del XVIII secolo, e lo diventa sempre più negli ultimi decenni, fino a quando gli eventi rivoluzionari conferiscono un inedito protagonismo a gruppi sociali che fino a quel momento sembravano relegati ai margini della vita pubblica.

Sgombrato il campo da concezioni monolitiche della «cultura popolare» e da categorie analitiche rigide, anacronistiche e talora semplicistiche (come le opposizioni dualistiche dotto/popolare, alto/basso, serio/comico ecc.), si aprono spazi per indagini più puntuali e più sfumate, sulle articolazioni e le stratificazioni interne ai ceti non privilegiati, sui loro comportamenti sociali, stili di vita, consumi, mentalità, sulle pratiche culturali e religiose di individui e gruppi delle fasce basse e intermedie delle società urbane e rurali. Seguendo orientamenti recenti della storiografia internazionale bisognerà rivolgere l’attenzione alla produzione editoriale di larga diffusione, riconsiderare le rappresentazioni del “popolo” costruite e mediate dalla produzione letteraria e artistica e dalla riflessione filosofica e politica, valutare le occorrenze e gli usi del termine «popolare» (arte popolare, musica popolare, religione popolare, teatro popolare ecc.), procedere a un’indagine lessicologica e lessicografica sul termine “popolo” (nelle diverse lingue) e le sue stratificazioni interne (populace, basso popolo, plebe, ecc.) nella produzione amministrativa, nella trattatistica politico-giuridica e filosofica, nei periodici, in ambito artistico e letterario, nel linguaggio della Chiesa. Questione cruciale rimane quella delle fonti per accedere alla lingua e alle idee di un “popolo” che si esprime spesso più col gesto (feste, charivari, rivolte) che con la parola.

Su questi temi il convegno della SISSD intende mettere a confronto percorsi di ricerca attraverso i vari ambiti disciplinari, che incrocino anche fonti e prospettive metodologiche diverse. Le proposte dovranno contenere: il titolo della relazione; un riassunto di non più di 3000 battute (spazi compresi) che specifichi l’oggetto della ricerca, lo stato degli studi e gli obiettivi; un profilo biografico di non più di 1000 battute (spazi compresi). Dovranno essere inviate entro il 28 febbraio 2017 all’indirizzo di posta elettronica redazione@sissd.it.