Viaggio di un priore intorno al mondo: Giuseppe Alfonso Maggi – Calci, 5/12/2014

Viaggio di un priore intorno al mondo: Giuseppe Alfonso Maggi

Calci (Pisa), Refettorio della Certosa, 5 dicembre 2014, ore 15.30

Conferenza di Daniela Stiaffini in occasione della pubblicazione del diario del priore Maggi, accompagnata da musiche del Settecento eseguite al clavicembalo da Carlo Pernigotti

Organizzata da: Museo di Storia naturale – Università di Pisa; Museo Nazionale della Certosa Monumentale di Calci; Associazione “Paolo Savi”. Con il patrocinio del Comune di Calci e degli Amici dei Musei e dei Monumenti Pisani

Info e invito: qui

 

Presentazione:

Ci sono persone che hanno fatto la storia, senza che mai la loro storia sia stata scritta. Non è questo il caso di Giuseppe Alfonso Maggi, priore della Certosa di Pisa in Calci dal 1764 al 1797 e responsabile dello storico rinnovamento, ampliamento e ammodernamento della struttura: a lui si devono la realizzazione della corte d’onore, della foresteria granducale, dei vasti apparati decorativi ad affresco e a stucco. Suo è il frantoio che esiste ancora, suoi gli archivi di noce che possiamo ammirare ancora oggi. In altre parole, è lui l’artefice della Certosa storica di Calci così come la conosciamo.

Forse non ne avete mai sentito parlare, ma la storia delle imprese del priore Maggi è stata già scritta, per così dire, in fieri. È stato lui stesso a redigerla, in una serie di dodici diari pensati come memorie personali e divenuti ora prezioso patrimonio storico.
Venerdì 5 dicembre, ore 15:30, presso il refettorio della Certosa di Calci, il primo dei suoi diari di viaggio verrà presentato da Daniela Stiaffini. Il titolo “Viaggio di un Priore intorno al mondo”, strizza l’occhio a Darwin, e non è un caso. Maggi comincia a tenere il diario in occasione della sua convocazione al Capitolo Generale dell’Ordine Certosino, nel 1768. È il suo primo, autentico viaggio fuori dalle mura della Certosa dopo l’ingresso nell’Ordine. Il suo approccio al mondo “secolare” è quello di un bambino, curioso e incontaminato, e insieme quello di uno studioso, indagatore, attento, scientifico, sempre accurato nell’annotare ogni particolare. Colpiscono gli episodi curiosi, come il suo terrore nell’attraversare i ponti, i fastidi incontrati alle innumerevoli e inevitabili dogane, e la cioccolata che custodisce gelosamente con sé per offrirla ai confratelli del Capitolo. Il suo percorso si snoda pian piano da Calci a Pisa e poi a Firenze, e poi attraverso gli Appennini, dove visiterà Bologna, Reggio Emilia, Parma, Milano, Novara, Vercelli, prima di giungere in Francia alla Gran Certosa. Straordinariamente dettagliate sono le descrizioni dei diversi climi e paesaggi che attraversa, dei diversi tipi di vegetazione, di coltivazione, e addirittura di fauna: anche nelle città che visita non manca mai di fare una sosta nei giardini. Ma il suo interesse naturalistico non si ferma ai viventi: a Firenze chiede e ottiene di assistere alla dissezione di un cadavere, che riporta fedelmente. Ovviamente, non manca di visitare con scrupolo le chiese e gli istituti religiosi, ma non solo allo scopo di effettuare un mero pellegrinaggio, quanto a quello di ammirarne le meraviglie artistico-architettoniche. Quella che ritroviamo nel suo diario è una particolareggiata e fedele ricognizione delle opere sacre dell’area centro-settentrionale dell’Italia alla fine del Settecento. E se noi, come lettori, ne rimaniamo affascinati, altrettanto ne è affascinato lo stesso Maggi che le vede con i propri occhi. A colpirlo particolarmente sono le certose di Torino e di Pavia, ma in generale tutte le moderne, adorne e funzionali dimore del suo ordine. Questo viaggio rappresenta per lui una vera e propria iniziazione culturale: una presa di coscienza di quanto occorre fare per ammodernare la sede di cui è priore. Al suo rientro convoca l’architetto pisano Nicola Stassi e dà inizio ai lavori di ristrutturazione e di ammodernamento che faranno della Certosa di Calci il gioiello che è tutt’oggi.

Prima dell’inizio della presentazione e durante un intervallo, Carlo Pernigotti contribuirà a creare l’atmosfera offrendoci l’esecuzione al clavicembalo di melodie settecentesche.